TERAPIA INDIRETTA
Il mio punto di vista sul trattamento psicoterapico dei bambini e dei pre-adolescenti, fino a 12-13 anni, è che non debbano essere trattati direttamente.
Ritengo pericoloso il processo di Etichettamento Diagnostico a cui verrebbero sottoposti. Il rischio è quello di farli sentire “anormali” e “diversi”.
In questi casi la strategia utilizzata è quella di una Terapia Indiretta. L’intervento viene effettuato senza mai vedere il bambino. Il tutto viene svolto attraverso il coinvolgimento dei genitori, che saranno dei veri e propri co-terapeuti guidati da precise indicazioni comportamentali da mettere in atto nelle diverse situazioni.
L’obiettivo è quello di rendere i genitori dei punti di riferimento affidabili per il bambino, dei veri e propri modelli di vita. Il tutto grazie all’applicazione di una serie di stratagemmi atti ad abbassare le resistenze e di riorientare gli equilibri di tutto il sistema.
Quali sono i disturbi più frequenti nei bambini e nei pre-adolescenti?
- Comportamento oppositivo-provocatorio
- Psicoastenia
- Fobia scolare
- Disturbo ossessivo-compulsivo
- Disturbo alimentare
- Paranoie o manie di persecuzione
Comportamento oppositivo–provocatorio:
il bambino si oppone costantemente alle regole e/o ai divieti attraverso condotte disturbanti che talvolta possono evolversi in comportamenti distruttivi rivolti ad oggetti e persone. Questi comportamenti rappresentano una modalità per attirare l’attenzione. Se non trattato nel modo giusto, più tardi durante l’adolescenza questi comportamenti possono sfociare in vera e propria violenza, agita sia verso se stessi che gli altri.
Psicoastenia:
il bambino è estremamente silenzioso ed obbediente. Tende a chiedere aiuto continuamente agli altri oppure al contrario, a chiudersi difensivamente. Nelle famiglie di questi bambini almeno uno dei genitori tende a sostituirsi completamente al figlio, sono iperprotettivi. Anche fuori i genitori tendo a chiedere l’inclusione del proprio figlio nel “gruppo” di amici. Le difficoltà peggiorano nell’adolescenza dove il ragazzino si isola, ha scarse relazioni sociali, e in modo più eclatante di ciò che accade nel bambino non si ribella mai, vivendo in uno stato di chiusura significativo. Può, se non riconosciuto e/o trattato, sfociare in uno stato di disturbo di personalità border e/o psicosi, così come in gesti auto lesivi importanti.
Fobia scolare:
il bambino ha in questi casi un attaccamento morboso con uno o entrambi i genitori. Alla separazione manifesta la sua paura di allontanarsi con il pianto e anche i genitori manifestano l’ansia da separazione dal figlio. Una delle tentate soluzioni messe in atto è quella di rimanere più tempo a scuola col bambino, oppure andare a prenderlo prima.
Disturbo ossessivo-compulsivo:
il bambino mette inizialmente in atto dei comportamenti che gli servono per propiziare qualcosa oppure per prevenire che ne accadano altre o per riparare a qualcosa che ha fatto. Il senso di sollievo temporaneo seguito da questi comportamenti porta alla loro reiterazione fino a che non diventano irrefrenabili, compulsivi. Spesso questi comportamenti vengono scambiati per Tic. Se non trattati in adolescenza possono evolversi in disturbi ossessivo compulsivi conclamati e strutturati.
Disturbo alimentare:
nei bambini non possiamo parlare di veri e propri disordini alimentari, in questi casi si tratta degli effetti di una paura associata al cibo. Se non viene riconosciute ed affrontate nel modo giusto possono portare in adolescenza a veri e propri disordini alimentari: anoressia, bulimia, vomiting o binge eating. Negli adolescenti di sesso maschile sono più frequenti l’exercising e l’ortoressia.
Paranoie o manie di persecuzione:
ragazzi che sorridono raramente e mostrano difficoltà relazionali con frequenti reazioni aggressive. Tendono ad essere molto violenti sia verso se stessi che verso gli altri.
BIBLIOGRAFIA:
- Nardone, G. e il centro di terapia strategica (2012), “Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo della vita”, Ponte alle Grazie, Milano.
- Nardone, G., Giannotti, E., Rocchi, R. (2001), “Modelli di famiglia”, Ponte alle grazie, Milano.