La lettera di M riguardo al suo percorso di terapia per l'anginofobia
Caro Antonio, Ti ho trovato in un momento in cui le mie speranze erano ridotte al limite, dovevo trovarti per uscire da quel tunnel. Quando ti ho contattato il cibo era il mio peggiore nemico, e il pensiero di voler mangiare un piatto di pasta, una fetta di carne come avevo sempre fatto mi devastata. Io non avevo più la capacità di farlo… Ad ogni boccone l'angoscia saliva, i pensieri catastrofici prendevano il sopravvento e spesso finivo per sputare quello che avevo masticato sentendomi senza via di uscita. Pensavo ogni giorno a cosa poter mangiare per evitare di strozzarmi e puntualmente sceglievo la cosa meno pericolosa per me. Andare a cena fuori e mangiare un piatto di pasta era per me infattibile. Non ero più in grado di farlo e il pensiero che gli altri lo facessero in modo automatico mi distruggeva. La sofferenza che provava era tanta e tu neanche una volta l'hai sottovalutata, gli hai dato il valore che meritava. Perché non riesco a mangiare come tutti gli altri? Mi chiedevo. A piccoli passi, sono riuscita a venire fuori da questa condizione, ho fatto progressi, poi passi indietro poi ancora progressi e tu mi hai aiutato soprattutto nei momenti in cui pensavo di non farcela, mi hai dato gli strumenti per chiedere a me e nelle mie capacità di riuscita. Dal primo giorno in cui mi hai conosciuta sei stato certo che io ce l'avrei fatta, non avevi dubbi. Quella tua sicurezza è diventata la mia e adesso per me il cibo è un piacere oltre che nutrimento. Ma dietro questa mia paura c'era tanto altro, quella era solo la punta di un iceberg fatto di insicurezze, preoccupazioni eccessive, pensieri ripetitivi e logoranti. Non posso far altro oggi che dirti grazie. Mi hai ascoltata, supportata, hai creduto in me e soprattutto mi hai dato la capacità di credere di potercela fare e ti sono grata per questo. Mi hai dato gli strumenti per ritrovare me stessa, anzi per fare emergere una nuova me, più forte, coraggiosa e anche più determinata. Mi ha insegnato cosa vuol dire non aver fretta, rispettare i propri tempi e avere fede nel processo. Grazie per aver guarito la mia anima. M.