Paura di avere il coronavirus
Chi si sarebbe mai immaginato di dover vivere una pandemia globale nell'arco della sua esistenza?
Personalmente no!
Cosa fare e cosa non fare in questo periodo per combattere l’ansia?
- Evitare di ricercare informazioni riguardo il problema compulsivamente. Questo aumenta la vostra paura e la conseguente angoscia.
- Evitare di parlare continuamente del problema, a maggior ragione se siete in presenza di bambini
- Informarsi solo su siti attendibili come quello della protezione civile e dell'Istituto Superiore della Sanità. Oppure attendere il comunicato delle 18 dei telegiornali.
- Le fake news alimentano la vostra paura o creano false speranze che se disattese aumentano la vostra angoscia.
- Organizzate il vostro tempo. Mettete la sveglia per la mattina e programmate le vostre giornate. Siate voi stessi a gestire il vostro tempo e non lasciate che il tempo vi gestisca, alla lunga è stressante.
- Dedicatevi alle passioni, in particolare a quelle accantonate nel tempo. Riprendete a suonare la vecchia chitarra impolverata, o quei libri che non siete riusciti a leggere.
- Prendetevi un piccolo spazio-tempo di assoluta solitudine. La convivenza forzata h24 nelle 4 mura domestiche può essere fonte di stress.
- Se vi accorgete che la paura e il panico si sono fatti invalidanti, allora contattatemi. Vi ricordo che il vostro sistema immunitario è tra i primi a soccombere allo stress, e mai come ora abbiamo assoluto bisogno di un sistema immunitario forte.
Bisogna considerare che quando le persone si trovano in uno spazio ristretto, come insegnava Konrad Lorenz, l'aggressività aumenta. Più si restringe lo spazio e più si è nervosi.
La cosa importantissima, in questo momento, è concentrarsi, focalizzarsi sull'essere il più gentili possibile con le persone attorno a noi.
Attivare la leva della gentilezza come una strategia che disinnesca l'aggressività tra le persone che vivono in uno spazio ristretto e innesca, invece, una dinamica di comprensione, di supporto, di aiuto. Questo essere concentrati sulla relazionalità fa bene sia a chi la riceve, ma anche a chi la da ed ha il feedback indietro.
Basta poco.
E' un circolo virtuoso.
L’affollamento di molti individui in uno spazio ristretto provoca un rilassamento di tutte le reazioni sociali. Ogni moderno cittadino, costretto a indigestioni di rapporti sociali e impegni di tutti i tipi, conosce il preoccupante fenomeno che la visita d’un amico, anche se lo si ama davvero e non lo si è visto da molto, non procura più quella gioia che ci si aspetterebbe. Parimenti si scopre una decisa tendenza a una burbera difesa se il telefono si mette a suonare anche dopo cena. Un’accresciuta disposizione al comportamento aggressivo è una tipica conseguenza dell’affollamento, cosa che i sociologi sperimentali sanno già da tempo.